Vai direttamente ai contenuti principali
Genova XIX-XX sec.

Entrando nella sfera di influenza francese Genova riceve un'organizzazione amministrativa moderna: codice civile e commerciale, catasto, opere sanitarie, opore edili importanti. Fu costruita una strada che collegava le città delle riviere, la strada verso il passo dei Giovi verso la pianura padana, ampliato e bonificato il porto.
Genova doveva fornire a Napoleone tributi per finanziare le casse dell'Impero, quello che restava del Banco di San Giorgio fu sciolto ed integrato nel sistema bancario francese. Le speranze genovesi di essersi consegnata a Napoleone in cambio di pace e prosperità andarono deluse.
Nel 1814, il popolo si ribellò al potere francese, visto sempre più come estraneo e si schierò con gli Inglesi visti come liberatori.
Durante il Concordato di Vienna che ridisegnò gli stati europei a Genova non fu perdonato di essersi un tempo schierata con Napoleone, inoltre molte potenze europeee erano debitrici verso la Repubblica, quindi nel 1815 la città entrava a far parte del Regno Sabaudo sotto il nome di Ducato di Genova. Finiva la Repubblica di Genova chla quale perse la propria indipendenza.

L'entrata nel Regno Sabaudo non portò inizialmente vantaggi per Genova sul piano economico.
Durante il regno di Carlo Alberto, ma soprattutto con l'intervento di Cavour ci fu un interesse a rimodernare le strutture portuali, a far costruire la ferrovia spesso con investimenti stranieri.
Ci fu una ripresa dei traffici commerciali nel porto a causa dell'apertura del canale di Suez, all'importazione di prodotti d'oltremare: zucchero, cacao, caffè, carbone, cotone. Si investì con successo in attività industriali mentre Genova continuava ad essere un importante centro finanziario e bancario.
Nell'aprile del 1849 sotto il regno di Vittorio Emanuele II, le truppe dei Savoia, comandate dal generale La Marmora, repressero molto duramente la ribellione della città che fu anche bombardata dal mare. L'episodio è noto come il “Sacco di Genova”.

Architettura dell'epoca
Nel 1825 con il progetto dell'architetto Carlo Barabino la città, ormai satura di spazi all'interno delle mura del '500 si espande secondo lo stile neoclassico. Si prevedeva l'espansione verso la collina con ampie strade (via Assarotti, via Caffaro, via Palestro). Nascono i nuovi quartieri di Carignano, Castelletto e nella zona di piazza Colombo.
Nella metà del 1800 viene allargata via San Lorenzo, ampliata la piazza e abbassato il livello stradale, costruita la scalinata davanti al Duomo e aggiunti i due leoni in marmo.
Durante il regno di Carlo Alberto si costruì la “Carrettiera ” che congiungeva porta San Tommaso a porta dell'Arco passando in parte lato mare (ora via Gramsci). Fu creato il parco panoramico dell'Acquasola sul lato delle antiche mura del '500 che arrivava, prima della costruzione nel 1875 di piazza Corvetto, fino a “Villetta di Negro”, realizzata dal marchese Gio Carlo di Negro.
Nel 1817 il Palazzo Durazzo (civico n.10 di via Balbi) diventa Palazzo Reale in quanto sede dei Savoia a Genova
Si edificò il teatro Carlo Felice e il Palazzo dell'Accademia esaltando il ruolo della piazza dove si affacciavano (dedicata prima a San Domenico e dal 1875 al Duca Raffaele De Ferrari); via Roma che portava a piazza Corvetto e a via Assarotti quindi a piazza Manin in collina.
A fianco di via Roma venne eretta Galleria Mazzini, tra il 1870 e il 1880, destinata al passeggio ed incontri; in alto ci sono grandi lampadari e alle pareti grifoni con il simbolo di Genova.
Verso la fine del secolo venne aperta via XX Settembre sul tracciato allargato e raddoppiato della ex via Giulia. La via, lunga 792 metri, deve il suo nome alla memoria della giornata del 1870 che segnò il momento conclusivo delle guerre di Indipendenza in Italia.
Si aprirono anche corso Buenos Aires e poi corso Italia.
Nel 1893 dove c'era la porta dell'Arco delle mura del '500 venne edificato il Ponte Monumentale. Ora con l'apertura, sempre in questo periodo, di via Carlo Felice (ora via XV Aprile) c'era un asse viario cittadino da ovest ad est che congiungeva via Balbi a porta dell'Arco.
Con l'arrivo a Genova della ferrovia si inaugurò, alla presenza del re Vittorio Emanuele II, nel 1854 la Stazione Principe in piazza Acquaverde. Il progetto della facciata si deve all'architetto G.B. Resasco. La stazione venne chiamata Principe in quanto vicina alla ex residenza del principe Andrea Doria.
Nel 1878 veniva costruito l'Ospedale di S. Andrea Apostolo, oggi conosciuto come Ospedale Galliera, dall'ingegnere C. Parodi su richiesta di Maria Brignole Sale, duchessa di Galliera. Rimane a sua testimonianza una grande statua nei giardini dell'ospedale. La facciata dell'edificio si estende per 270 metri.


Nel corso degli anni trenta del '900 , a seguito della copertura del Bisagno viene risistemata Piazza della Vittoria con opere architettoniche monumentali (Arco di Trionfo, Palazzo della Questura, Casa del Mutilato); e razionaliste (Piazza Rossetti).
Tra la prima e la seconda guerra mondiale si costruisce cercando di far emergere l'aspetto moderno e monumentale di Genova.
Negli anni della ricostruzione, dopo la seconda guerra mondiale, a Genova si costruisce tendendo ad espandersi in aree decentrate e periferiche. Vengono completati i complessi di Forte Quezzi, composto da cinque lunghi edifici che seguono il corso della collina; tra cui il più famoso rimane “ il Biscione ”, lungo circa 550 metri.
Il porto della città acquista grande importanza, con i suoi 47 chilometri di strutture marine è maggiori del Mediterraneo.
Si assiste ad un progressivo abbandono al degrado del centro storico su cui si vengono a costruire nuove architetture ( Piccapietra e Madre di Dio). Nel quartiere di San Vincenzo viene innalzata la torre dell'ex grattacielo SIP. Tutti luoghi pensati più ad uso commerciale che abitativo.
Intorno agli anni '80 e '90 vengono recuperati e restaurati edifici tenendo conto del contesto storico genovese: il Teatro Carlo Felice in Piazza de Ferrari, la Facoltà di Architettura nel quartiere di Sarzano. Anche con la costruzione tra il 1987 e il 1990 della torre nord del centro direzionale San Benigno detto “ il Matitone ” viene tenuto conto del tempo passato.
La caratteristica forma, progettata negli studi di architetti newyorkesi richiama la bicromia degli edifici medioevali genovesi e la forma ottagonale il campanile della chiesa di San Donato.
Anche le forme ed i colori usati per le architetture del quartiere della Darsena richiamano gli antichi borghi marinari liguri e le strutture antiche della vicina ripa Maris.

Architettura dell'epoca
Viene edificata piazza della Vittoria: fino alla fine dell'800 era una spianata fuori dalle mura, utilizzata come piazza d'armi o per manifestazioni sportive, nel 1892 fu utilizzata per le Colombiadi, nel 1931 fu costruito l'Arco di Trionfo, a memoria dei caduti della prima guerra mondiale; la piazza e i palazzi attorno.
Si demoliscono vecchi edifici per far spazio a grattacieli (in piazza Dante nel 1935). Nel 1915 fu edificato il Palazzo della Banca d'Italia con la facciata in stile classico.
Si costruiscono quartieri in stile razionalista (Foce); si copre il fiume Bisagno; si demolisce il promontorio della Lanterna allargando il porto verso ponente.
Importante intervento di recupero è stato eseguito su progetto di Renzo Piano, in occasione delle celebrazioni legate all'anniversario della scoperta dell'America, nel 1992 nel Porto Antico . Il progetto ha il merito di aver integrato le precedenti opere edili ( Porta Siberia, gli ex Magazzini del cotone) con le nuove strutture dell'Acquario, del Bigo e della Bolla.
Ultimo intervento, nel 2004 è il completamento del Museo del Mare opera dell'architetto spagnolo Consuegra.


Maestro Daniele