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Genova medioevale

Verso la fine del II secolo d.C. Genova acquistò una grande importanza in seguito alla vicinanza con Milano, diventata poi capitale dell'Impero romano d' Occidente. Genova fu usata come scalo per le rotte verso tutti i porti del Mediterraneo collegando l'Italia settentrionale con le isole, le coste spagnole e francesi e il Nord-Africa. A Genova arrivarono mercanti e visitatori da ogni parte del Mediterraneo.
Importante era soprattutto la colonia ebraica che contribuì al decollo dell' attività commerciale e all' apertura di nuovi mercati verso il Mediterraneo orientale, verso le coste dell' Egitto e della Siria.

Dopo la caduta dell' Impero romano d'Occidente, mentre l'Italia settentrionale crollava sotto l'avanzata dei barbari, Genova fu invasa nel 640 da Rotari, re dei Longobardi e le sue mura furono demolite.

Circa un secolo dopo, quando gli arabi conquistarono la Spagna, tutta la vita lungo le coste del Mediterraneo subì un profondo cambiamento. I pirati arabi attaccavano le navi europee e la fascia costiera rendendo non sicura la navigazione e pericolosa la vita lungo le coste. Nel 935 la flotta saracena assediò Genova. La città fu saccheggiata e incendiata; molti dei suoi abitanti furono catturati e venduti come schiavi.

Le mura del IX secolo
Per resistere agli attacchi dei Saraceni a Genova fu costruita nel IX secolo una cinta di mura dette “Carolinge”.
Le mura del IX secolo erano lunghe circa 1480 metri, attorno ad un'area di 22 ettari (esclusa la penisola del Molo).
La cinta muraria partiva dalla porta Castri e ripiegava verso porta Superana, in cui entrava una diramazione della Strata (romana) per scendere al mercato di San Giorgio. Comprendeva il castrum e la civitas, ma non il burgus . Vi si aprivano quattro porte: due partivano dal mercato di San Giorgio e si diramavano verso ponente, lungo la costa (porta di San Pietro) o verso levante (porta Superana), le altre due (porta di Serravalle e porta Castri) verso le zone di San Lorenzo e di Castello. Al di fuori di queste mura c'erano colli e valli non molto popolate con orti, colture e vigneti.

I Genovesi furono molto colpiti dal saccheggio del 935 e solo nel 1016 le forze genovesi e pisane insieme distrussero la flotta saracena al largo della Sardegna, tornando a controllare il MarTirreno settentrionale. Quindi i Genovesi ricominciarono a navigare il Mediterraneo sia come viaggiatori che come commercianti, ma anche come esercito organizzato in spedizioni di conquista. Infatti i genovesi parteciparono nel 1096 alla prima Crociata; si distinsero nella presa di Gerusalemme guidati da Guglielmo Embriaco e sostennero fino al 1110 un gran numero di spedizioni contro i Saraceni a Tiro, Giaffa, Cesarea, Antiochia e tanti altri luoghi lontani

Queste imprese diedero alla città un grande prestigio e le procurarono grandi ricchezze con i bottini della conquista e con l'apertura di nuovi mercati nelle terre del Mediterraneo orientale. Il nome dei Genovesi era stato addirittura inciso sull' architrave dell'altare del Santo Sepolcro a Gerusalemme perchè avevano avuto un grande peso nella conquista delle roccaforti saracene. Il nuovo nemico nel dominio dei mari era diventata la Repubblica di Pisa contro la quale Genova si scontrò a più riprese durante l'anno 1000.

Nei secoli XI e XII i Genovesi si distinsero per le grandi imprese nel Mar Mediterraneo e per il loro conseguente sviluppo sociale ed economico. Genova controllava insieme a Pisa la Corsica e la Sardegna, possedeva strade e mercati nelle città della Spagna, dell'Africa settentrionale e dell' Oriente. Per sostenere queste imprese i cittadini costituirono associazioni rionali, dette Compagne, fondate su accordi commerciali per fornire uomini e navi. Gli associati appartenevano ai tre distretti della città: il castrum (la cittadella), la civitas (la città) e il burgus (i sobborghi). In seguito il numero delle Compagne passarono da tre a otto: quattro rappresentavano l'antico castrum e la civitas e quattro il burgus.

Nel 1099, le Compagne, si costituirono in una più grande associazione, la Compagna communis che di fatto diede vita al Comune. Poco alla volta essa arrivò potere e dal 1130 in poi rappresentò il governo municipale della città affidato ai consoli. Le Compagne che diedero vita a questa associazione erano:
- Palazzolo, corrispondente al quartiere del vecchio Castello (Castrum);
- Maccagnana che corrispondeva al vecchio quartiere di Sant'Ambrogio e si estendeva fino alla zona del Canneto;
- Piazza Lunga che comprendeva il quartiere sorto intorno alla Chiesa di San Donato e la zona di Canneto (la Chiavica);
- San Lorenzo che comprendeva il quartiere sorto intorno alla nuova cattedrale;
- Soziglia che comprendeva il quartiere alle spalle del centro operativo della città, costituito dalla zona del porto e dalla piazza degli affari, Banchi;
- Porta che comprendeva il quartiere cresciuto intorno al molo e dove avevano sede tutte le operazioni commerciali;
- Portanuova che corrispondeva all' attuale zona della Maddalena;
- Borgo che comprendeva la zona di Pré.

I cittadini che partecipavano alla Compagna giuravano di accettare il regolamento della Compagna stessa, eleggevano i propri "Consoli", che erano le più alte cariche pubbliche del Comune .

Le mura del XII secolo
L'Imperatore Federico I di Svevia detto “Barbarossa,” nel frattempo, arrivò in Italia con le sue truppe per sottomettere i liberi comuni; quindi i Consoli genovesi fecero costruire nel 1155 una nuova cerchia di mura con le porte Soprana o di Sant'Andrea e dei Vacca. Il tracciato delle mura era lungo circa 2400 metri,e aveva 1070 merli; era alta mediamente 11 metri e comprendeva, oltre alla collina di Castello, quelle di Sant'Andrea, di Luccoli e di Castelletto; vi si aprivano la porta Superana (porta Soprana), la porta Aurea (Portoria) e la porta di Santa Fede (o dei Vacca). Furono costruite anche sei porte secondarie dette “portelli”. All'interno delle mura erano riuniti il castrum, la civitas e il burgus.
Nel 1158 vengono completate le mura dette del “Barbarossa”, con grande partecipazione popolare. Nel 1160, con una spesa di trecento lire genovesi, si completa l'opera con la costruzione delle torri.

Porta Soprana o di Sant' Andrea
Costruita tra il 1155 e il 1157, è stata costruita in stile romanico dagli stessi che realizzarono la contemporanea porta dei Vacca. Realizzata in pietra, con pochi elementi in marmo, è inclusa tra due torri ornate da archetti pensili e merlature, a pianta rettangolare verso la città e a semicerchio verso l'esterno Sul fianco della porta è visibile un tratto delle “mura del Barbarossa”., In questa c'è scolpita un' iscrizione, ancora leggibile: " Sono munita di soldati e circondata da mirabili mura. Con il mio coraggio respingo le armi dei nemici. Se porti pace puoi varcare queste porte. Ma se cerchi guerra, triste e vinto ti ritirerai. Sud e Ovest, Nord ed Est sanno in quante battaglie io, Genova, sono uscita vittoriosa".

Porta dei Vacca
Appartiene alla cinta muraria del XII secolo. In origine, venne chiamata porta Santa Fede (dal nome di una chiesetta esistente nelle vicinanze) e solo dopo il secolo XIII "dei Vacca", dal cognome di una famiglia che era proprietaria di di tutte le residenza nelle vicinanze. Fu usata per molto tempo come prigione. Contemporanea a quella di Sant' Andrea, è munita anch'essa di due torri, delle quali quella a nord fu incorporata nel palazzo Serra .
Tuttavia le mura non servirono contro il Barbarossa il quale non tentò di conquistare Genova; anzi nel 1162 concesse alla città un certo numero di privilegi e riconobbe l'autonomia del Comune, allo scopo di avere l'appoggio di Genova contro i Normanni.

All' interno della città ci furono lunghe lotte civili.
C'erano diverse famiglie potenti che si fronteggiavano nella lotta per il potere.
Esse si erano stabilite ciascuna in un rione e avevano costruito i loro palazzi l'uno accanto all' altro, creando così delle piccole cittadelle protette che servivano come centro di difesa nelle lotte civili. Le case dei nobili erano disposte a gruppi in determinate zone della città: gli Embriaci e i Castello abitavano le alture del colle di Macagnana fino alla Chiesa di Santa Maria delle Grazie; gli Zaccaria abitavano nella contrada che da essi prese il nome e nella contigua Piazzalunga; i Giustiniani abitavano nella Chiavica, le case dei Vento erano nei pressi del mercato di San Giorgio; i Baliani erano lungo il Canneto; intorno a San Lorenzo vi erano le case dei Fieschi e presso le Cinque Lampadi stavano gli Usodimare; a Campetto ( campo dei fabbri) abitavano gli Imperiale e a Soziglia i Piccamiglio; le numerose abitazioni dei Doria erano intorno alla Piazza di San Matteo; verso Luccoli stavano le case degli Spinola e verso Banchi i Grimaldi; nel Carruggio di Fossatello c'erano i Gattilusio e da Fossatello a Sant' Agnese i Lomellini; in Via del Campo gli Zerbi e i Chisolfi; nei pressi della Chiesa di San Donato i Salvaghi.
Le case popolari nell'Alto Medioevo erano piccole e basse con il solo pianterreno, forata sulla facciata da una porta e da un'unica finestra bifora, coperta in alto dal tetto.
Erano quasi sempre in legno e poggiavano probabilmente su una base di pietra. Usavano molto il legno che si poteva trovare sulle colline vicine, inoltre era molto usato per la costruzione delle navi.
Con abitazioni di questo tipo erano frequenti gli incendi in quanto erano molto vicine tra loro. Le vie che separavano le case nella parte frontale prendevano il nome di carrubei e in dialetto carroggi ; mentre lateralmente venivano separate appena da un stretto passaggio, detto tregenda.
Successivamente con il benessere portato dalle Crociate e dalle imprese oltremare, i nobili, i ricchi mercanti, gli artigiani, vogliono la casa in pietra o almeno in mattoni invece di quella in legno. I nobili e i cittadini più agiati si fecero costruire abitazioni in pietra fino al secondo piano e in mattoni per gli altri due o tre fino al tetto ( Palazzo San Giorgio e le case degli Embriaci presso Porta Soprana) con grandi logge e grandi cortili, con marmo, bifore o polifore, con balconi e con torri. Mercanti e Crociati continuano a portare dall'oriente colonne e capitelli per ornare le prorpie abitazioni. Ogni famiglia si costruisce una torre a difesa del proprio quartiere. Far costruire la torre di famiglia era un dovere; se il padre, morendo, ne lasciava interrotta la costruzione, uno dei figli aveva l'incarico di terminarla. Per limitare la costruzione di torri sempre più alte, il Comune dovette intervenire con una serie di provvedimenti. La città, come altre in Italia nel medioevo, si riempì di torri, oggi ci restano a tesimonianza: la Torre degli Embriaci, all'ingresso del castrum, la Torre degli Spinola restaurata in epoca successiva nella linea della palazzata di Sottoripa che dà su Piazza Marmorea o di Caricamento, la Torre Fieschi-Maruffi in Canneto il Lungo. Sembra che fosse un segno di potenza e ricchezza farsi costruire i palazzi usando strisce bianche e nere. In questo periodo vengono costruiti gli edifici con ampi porticati in riva al mare per scaricare e custodire le merci, nella zona che noi oggi chiamiamo Sottoripa; altre tracce di porticati si trovano nella via dei Giustiniani, la quale nella stagione invernale era la passeggiata preferita dai nobili.
Oltre ai nobili abitavano la città molti artigiani che tendevano a raggrupparsi nella stessa strada per lavorare insieme e difendere meglio il proprio lavoro, le proprie capacità ( via Macelli, piazza Pellicceria, vico degli Indoratori, vico del Filo, vico del Ferro, vico degli Scudai …) fino ad unirsi in corporazioni delle arti e mestieri. Quando arriva il Barbarossa in Italia le potenti famiglie genovesi che avevano il potere si schierano con l'Imperatore o con il Papa, scontrandosi all'interno della città mentre i Consoli, alla guida della città, non riuscivano a mettere pace.
Nel 1190 viene chiamato a comandare una persona dalla città di Brescia al di sopra delle parti ed estraneo alla città: il podestà Manegoldo del Tettuccio, che soffocò duramente le lotte tra le famiglie .

Architettura dell'epoca
La Chiesa di San Siro è una delle più antiche e fu edificata nel IX secolo, o forse addirittura nel VII secolo fuori dalle mura difensive sui resti di un antico cimitero cristiano; fu Cattedrale di Genova fino al 985. Venne eretta in onore di San Siro (leggenda del Basilisco) il leggendario vescovo che secondo la leggenda avrebbe cacciato un basilisco che si era nascosto sotto la città. Nel 1006 fu ricostruita dai monaci Benedettini secondo lo stile romanico e diventò sede di un monastero. Quella che rimane oggi è stata ricostruita nel 1850 dai Padri Teatini, dopo aver subito un grave incendio.
La Chiesa delle Vigne edificata nel X secolo era fuori dalle mura della città, in campagna, è stata fra il 1500 e il 1600 ripresa in diverse parti; rimane del XII secolo la torre campanaria. La toponomastica dei luoghi circostanti ricorda l'ambiente agricolo circostante: piazza delle Vigne, vico Mele, via Luccoli, piazza delle Oche.
La Chiesa di San Lorenzo La Chiesa di San Lorenzo viene iniziata a costruire prima dell'anno 1000 fino ad essere ultimata nel 1500 al centro della Città medioevale. Nel 985 divenne cattedrale della città sostituendo la chiesa di San Siro la quale essendo posizionata al di fuori delle mura era più esposta ai pericoli. Unito alla Cattedrale si trova il chiostro per ospitare i canonici di San Siro.
Alla fine del XII secolo fu iniziata la costruzione della Chiesa dei SS. Cosma e Damiano.
All'inizio del XII secolo fu costruita una chiesa con annesso convento molto importante per Genova: la Chiesa di S.Maria di Castello. Fu fatta costruire al centro del “castrum” dalle famiglie degli Embriaco e dei Castello, presenta numerosi capitelli romani recuperati ed inseriti nell'opera. Accanto alla chiesa si trova il bellissimo Chiostro e il convento. Con la bolla del 1441 il Papa Eugenio IV consegnava la chiesa all'ordine dei frati dominicani.
Originaria del XI secolo era la Chiesa di San Donato anche se quella arrivata a noi risale al secolo successivo con tre navate che ricorda quelle romaniche dell'Italia Centrale, caratterizzata per una grande torre esterna a pianta ottagonale.
La Chiesa di San Giovanni di Prè, insieme alla Commenda venne costruita nel 1180 al posto di una chiesa del S. Sepolcro per volontà dei Cavalieri di Gerusalemme (in seguito chiamati Cavalieri di Malta). Fu edificata fuori dalle mura ed era destinata ad ospitare i monaci e i pellegrini diretti in Terra Santa. All'esterno c'è un campanile romanico a cinque guglie.
La Chiesa di Santo Stefano fu edificata nel XII secolo su una precedente chiesa di minori dimensioni.

Maestro Daniele