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Genova preromana

La Liguria preromana era abitata da diverse popolazioni :
Dalla Turbia ( Francia) al torrente Impero gli Intemeli con capitale Ventimiglia.
Dall'Impero a Finale (torrente Pora) gli Ingauni, capitale Albenga e a nord di questi gli Epanterji.
Dal Pora al torrente Lerone, tra Cogoleto e Arenzano, i Sabazi, capitale Vadi Sabazi, oggi Vado.
Dal torrente Lerone a Portofino, i Genuati, capitale Genova e a nord di questi, in Valpolcevera i Veturi.
Da Portofino a Capo Mesco, i Tiguli con le città di Tigulia e Segesta.
Dal confine dei Tiguli a quello di Luni, gli Apuani, capitale Pontremoli.

Secondo la leggenda il nome di Genova è da attribuirsi al mitico Giano bifronte, dio latino con due volti il quale poteva vedere contemporaneamente davanti e dietro come il profilo della città che da una parte è rivolta verso il mare, mentre l'altra verso i monti che la circondano. La città prenderebbe quindi il nome latino di Ianua da Janus ovvero Giano. Sempre in latino ienua significava porta e per i Romani era proprio la “porta”, il valico tra i confini dell'Impero Romano e la provincia Gallica.
Secondo altri la parola Genova deriva da Genua che nell'antica lingua celtica significava entrata, via di accesso del commercio.
O forse Genua ricorderebbe la parola foce, bocca, riferita ad antichi corsi d'acqua o alla forma del terreno sul mare scelto come primo insediamento. In effetti sono stati trovati reperti dell'età del Bronzo in Piazza Brignole e resti di palafitte ( 5.000 a.C. ) sotto Piazza della Vittoria ; la zona della foce del fiume Bisagno.
Un'altra origine del nome potrebbe essese la parola etrusca Kainua , ritrovata su un pezzo di vaso antico, che significherebbe “Città nuova”; in effetti nella zona dell'Acquasola c'era una necropoli etrusca.

La “pianta zero” del sito di Genova ricostruita nel 1938 rappresenta l'anfiteatro naturale con diversi torrenti che formano i seguenti bacini procedendo da levante a ponente:
  - bacino Giustiniani: molto piccolo con origine tra piazza delle Erbe e Porta Soprana, che scorre lungo via Giustiniani e sbocca a Calata Cattaneo;
- bacino Portello: bacino che deriva dalla confluenza delle acque sotto via Caffaro e Sant'Anna per proseguire sotto Piazza Fontane Marose, via Luccoli, via Orefici, piazza Banchi e finire in porto davanti a Caricamento;
- bacino Vallechiara: bacino allungato originario dal Righi, scende in via Vallechiara, via Lomellini, piazza Fossatello e finisce a Ponte Calvi;
- bacino della Nunziata: prende le acque all'altezza dell'Albergo dei Poveri e passa poi sotto piazza Bandiera, piazza della Nunziata, via delle Fontane, transita davanti a Porta dei Vacca arrivando a Ponte Morosini;
- bacino Santa Brigida: è un piccolo bacino che attraversa via Balbi e via Prè nei pressi del Palazzo Reale e sfocia nella Darsena;
- bacino di Sant'Ugo: attraversa via Paleocapa, via Bassi, piazza Acquaverde e sfocia in porto a Calata S.Limbania;
bacino del Lagaccio, bacino di S.Teodoro, bacino Di Negro, bacino di Promontorio che non fanno parte direttamente del centro storico.
Importante, anche se non confluisce nell'originario golfo il bacino del rio Torbido che da Corvetto scende verso il mare passando per Pammatone, piazza Dante e via Madre di Dio, mentre ancora più a est troviamo il corso del fiume Bisagno.

La città di Genova si è sviluppata attorno ad una baia infossata nel punto più settentrionale della costa tirrenica mentre le colline la proteggevano da nord: era un anfiteatro naturale. La baia era compresa tra la penisola del Molo a oriente e la punta dove sorgerà la Lanterna ad occidente.Ma il primo nucleo di abitanti era composto da semplici pescatori che si stabilirono nell'ansa del Mandraccio che rappresentava un sicuro riparo dai venti e dalle mareggiate di “libeccio” e di “scirocco”.
Quando iniziarono le incursioni dei pirati e delle popolazioni vicine gli antichi abitanti scoprirono che per proteggersi meglio dovevano spostare le loro case verso la collina di “Castello ” o “Sarzano” che dominava il golfo ed era piu difendibile. Costruirono delle palizzate di recinzione in legno per maggiore protezione. Iniziarono i primi scambi commerciali con altre popolazioni, sia vicine che lontane. Nel territorio genovese arrivarono i commercianti Fenici, Greci ed Etruschi. Questi furono i primi popoli che entrarono in contatto con i Genuati. Arrivando dal mare a questa sicura insenatura si rifugiavano nella collina di Castello e poi , volendo, potevano proseguire a nord verso la Pianura Padana attraverso i valichi del Turchino, della Bocchetta, dei Giovi, della Scoffera e di Creto..
Quindi l'area più antica era nell'attuale zona di S. Maria di Castello tra il Mandraccio ed il colle di Sant'Andrea, nella odierna zona di Porta Soprana.
Immediatamente a ridosso della Ripa sotto la collina del Castello nell'attuale zona delle Grazie, in prossimità di piazza San Giorgio nacque il primo “mercato”.

La storia di Genova preromana si svolge tutta in queste zone, ora espandendosi verso nord e verso il Promontorio del Faro, l'attuale Lanterna, ora ritornando nei momenti di crisi a rifugiarsi all'interno della collina del Castello.

Da ricordare i reperti del V – III secolo a.C. trovati nella zona della piana di Sant'Andrea e di S.Stefano al tempo della apertura di via XX Settembre (1898-1912).

Nell'area dell'ex chiesa di San Silvestro, attuale zona della Facoltà di Architettura dell'Università di Genova, sono stati trovati reperti antichi con iscrizioni etrusche.

Architettura dell'epoca
Tombe preromane, manufatti greci, etruschi e fenici nella zona dei lavori nella ex via Giulia e i resti della collina di Sant'Andrea trovati alla fine del 1800 a seguito del'ampiamento della strada ora chiamata via XX Settembre.
Tombe preromane, ceramiche greche, vasi etruschi scoperte durante il restauro della chiesa di S. Stefano sul colle omonimo nel 1946.
Antiche sepolture nell'area dell'antico ospedale di Pammatone, attualmente occupata dal Palazzo di Giustizia.
Resti nella zona dell'oppidum preromana sulla collina del Castello, in piazza S. Maria in Passione;
reperti in ceramica dell'età del bronzo in piazza Principe trovati negli anni 1990/91.
Ciotoli di roccia con scritte etrusche, pezzi di materiale ferroso, resti di vasi etruschi nell'area dell'ex Chiesa di S. Silvestro, nell'attuale area occupata dalla Facoltà di architettura.

Maestro Daniele